Le Parole Gergali nel Mondo del Makeup #2
Un altro appuntamento, come questo, in cui ci occupiamo della stilazione
di un piccolo elenco in cui vi spiego brevemente quali sono i termini stranieri
e più strani che possiamo incontrare quando leggiamo un’etichetta di un
cosmetico oppure quando leggiamo un articolo in una rivista. Invece di
domandarci cosa significa e rinunciare a quel prodotto, che potrebbe al
contrario piacerci tanto, consultate questo articolo. Iniziamo subito partendo
dal termine no-poo che si riferisce alla pratica ormai diffusa da poco più di
un anno di lavare i capelli sfruttando solo due ingredienti basilari: acqua e
bicarbonato. Il secondo termine è cowash che si riallaccia al termine
precedente perché riguarda sempre lo shampoo ma adottando una tecnica
differente in quanto gli ingredienti principali sono lo zucchero e il balsamo.
Il terzo termine è cruelty free che indica un prodotto che non è stato testato
sugli animali. Il quarto è duochrome per cui si intende generalmente un
ombretto che ha la base di un colore e i riflessi di un altro, spesso di due
colori contrastanti oppure in nuances, al cambiamento della luce e al movimento
del viso si nota il cambiamento del colore del cosmetico.
Il quinto è effetto nude ormai diffusissimo per cui ci si riferisce a un prodotto che solitamente ha un range di colore che va dal rosa carne al beige e che si avvicina ai colori naturali della carnagione nuda dal trucco. Il sesto è apaisante un termine proveniente dal francese che significa lenitivo e addolcente. Il settimo è dupe che significa doppione e infatti ci si riferisce a quei prodotti solitamente economici doppioni di altri originali ben più costosi. L’ottavo è IR, termine di recente nascita che è l’acronimo di raggi infrarossi e lo trovate nelle etichette dei solari. Il nono termine è effetto gummy e lo trovate in riferimento agli smalti in particolare quelli Pupa perché una volta stesi e asciutti danno sull’unghia un effetto leggermente gommato, opaco e liscio che, nonostante i giorni, si segna (ma non si scheggia) con un’unghiata forte. Il decimo è effetto rebound e si intende l’inasprimento della malattia nonostante vi sia stato prima un provvedimento adeguato ai sintomi proprio come nel caso dell’utilizzo di un detergente troppo aggressivo: quando lo si sceglie è perché abbiamo già una pelle che produce abbastanza sebo, ma se sgrassiamo eccessivamente la pelle le ghiandole sebacee produrranno ancora più sebo perché vedono che la pelle è stata eccessivamente disidratata e avremo appunto l’effetto rebound.
Il quinto è effetto nude ormai diffusissimo per cui ci si riferisce a un prodotto che solitamente ha un range di colore che va dal rosa carne al beige e che si avvicina ai colori naturali della carnagione nuda dal trucco. Il sesto è apaisante un termine proveniente dal francese che significa lenitivo e addolcente. Il settimo è dupe che significa doppione e infatti ci si riferisce a quei prodotti solitamente economici doppioni di altri originali ben più costosi. L’ottavo è IR, termine di recente nascita che è l’acronimo di raggi infrarossi e lo trovate nelle etichette dei solari. Il nono termine è effetto gummy e lo trovate in riferimento agli smalti in particolare quelli Pupa perché una volta stesi e asciutti danno sull’unghia un effetto leggermente gommato, opaco e liscio che, nonostante i giorni, si segna (ma non si scheggia) con un’unghiata forte. Il decimo è effetto rebound e si intende l’inasprimento della malattia nonostante vi sia stato prima un provvedimento adeguato ai sintomi proprio come nel caso dell’utilizzo di un detergente troppo aggressivo: quando lo si sceglie è perché abbiamo già una pelle che produce abbastanza sebo, ma se sgrassiamo eccessivamente la pelle le ghiandole sebacee produrranno ancora più sebo perché vedono che la pelle è stata eccessivamente disidratata e avremo appunto l’effetto rebound.
Se dovessero esserci altri termini di cui vengo a conoscenza o che volete sapere, suggeritemeli e scriverò un altro articolo per voi! Al prossimo post!
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